Le origini di Trevico risalgono all'età longobarda anche se il paese è citato da Orazio nella notissima satira che narra il suo viaggio da Roma a Brindisi in compagnia di Mecenate, avvenuto nel 37 a .C. Durante tale  viaggio, il poeta avrebbe sostato in una modestissima e fumosa locanda nell'agro di Trevico, località Taverna delle Noci (Vallesaccarda), subendovi una cocente umiliazione da parte di una giovane donna che si fa  attendere inutilmente fino alla mezzanotte.Nel Medioevo, Trevico fu centro e roccaforte della Baronia di Vicum, comprendente gli attuali comuni di Flumeri, S. Sossio, S. Nicola, Castello, Carife, Vallata, Vallesaccarda, Scampitella e Zungoli. A questi si aggiunsero anche Villanova del Battista, Anzano, Montaguto, Accadia, S. Agata di Puglia e Ascoli Satriano che avevano lo scopo di impedire al nemico di giungere a Trevico.Nella prima metà del Cinquecento la Baronia di Vico perse la sua unità dando origine allo Stato di Trevico, con S. Sossio e Zungoli, a quello di Flumeri, con Castello, S. Nicola e Acquara, ed ai feudi autonomi di Carife e Vallata. L'ultimo comune che ha conquistato l'autonomia è stato Vallesaccarda nel 1958. Oggi la Baronia comprende i comuni di Trevico, Vallesaccarda, Scampitella, Vallata, Carife, Castello, S. Nicola, S. Sossio e Flumeri.
Il nome del paese deriva probabilmente dal latino "Tres Vici", che indicava l'insieme di tre villaggi: frazione S. Giuseppe e Taverna delle Noci in Vallesaccarda, e S. Pietro di Olivola verso la   Puglia. Alcuni fanno derivare il nome dalla Dea Trivia che una volta aveva un tempio su questo monte. La citta' riacquista il nome di Trivicum nella meta' del cinquecento su iniziativa del   marchese Ferdinando Loffredo.Tale famiglia rimase feudataria di Trevico per circa tre secoli. Trevico fu sede vescovile per circa un millennio (da qui anche il motivo dell'appellativo di Città), fino al 1818, anno in cui, dopo il passaggio al Regno delle Due Sicilie, fu unita alla Diocesi di Lacedonia. Il primo vescovo fu Benedetto nel 964. L 'ultimo fu Agostino Gregorio Golini di Giuliano (Aversa) eletto nel 1792. Nel 1422 fu vescovo Nicolo' Saraceno Carbonelli che era originario di Trevico.
L'antichità di Trevico è testimoniata, oltre che dalla 5° Satira di Orazio Flacco, 3° libro, dove il poeta latino, narrando il suo viaggio da Roma a Venosa nel 20 a .C., racconta di una tappa nella località di "Trivici" presso una probabile stazione di posta detta "Taverna delle noci", anche dai numerosi oggetti quali fibule, vasi, monete e statuette rinvenuti nel corso di alcuni scavi.Vero gioiello d'arte è la Cripta della Cattedrale che, realizzata tra il 455 534, doveva costituire il primo tempio, dedicato all'antica divinità pagana "Trivia", nel quale pregavano i cristiani della zona, da qui la probabile derivazione del nome del paese. 
Altri studiosi, invece, fanno risalire il suo nome all'epoca sannitica, in quanto in questa area sorgevano villaggi sparsi detti "vici", come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici, e si ritiene che in quel luogo ne sorgevano tre da cui il nome "Tres Vici" e poi "Trivicum" diventando da allora un presidio di romanità in terra irpinia. I resti archeologici della Cripta della Cattedrale si trovano all'interno della Cattedrale dell'Assunta detta anche della Madonna della Libera. Visitabili tutti i giorni dalle 9 alle 12.

 

 

 

 

 

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